TERAMO – Lancia un grido di allarme sull’emergenza abitativa popolare il sindcato deli inqulini Sicet di Teramo: diminuiti gli sfratti per fine locazione, il problema sono quelli per morosità e, peggio, aumentano le richieste di alloggi popolari ma di case e di graduatorie nemmeno l’ombra. I soggeti deboli sono loro, le famiglie numerose con redditi bassi, coppie separate con figli, anziani malati, pensionati al minimo e invalidi civili. Se nel 2013 i provvedimenti di sfratto – sottolinea il Sicet – ammontavano a 269 (con un +63% rispetto all’anno prima), gli sfratti effettivamente eseguiti erano stati 64 (-24,7% sul 2012). Nel 2014 i numeri sono drammaticamente realistici: su 257 provvedimenti (-4,5%), l’esecuzione ha riguardato 146 di questi (+128,1%), avendo il Governo Renzi eliminato nel Milleproroghe la sospensione degli sfratti. E ben 124, nel 2013, e 192, nell’anno successivo, sono stati gli sfratti per morosità.
«Nei nostri uffici – dicono al Sicet di Teramo – è un via vai di persone disperate, in maggioranza madri separate, giovani, anziani malati, pensionati al minimo che hanno ricevuto l’avviso di sfratto e non sanno dove andare perché hanno perso il lavoro o perchè la pensione non è più sufficiente per la sopravvivenza, e non hanno più un euro per far fronte alla quotidianità». Ecco dunque che sul problema si innesta quello della emergenza abitativa, con l’Ater di Teramo che, da tempo, non ha più le abitazioni necessarie per farvi fronte: ci sono liste di attesa dal 2009 e in tutto questo il Comune di Teramo ha bloccato le assegnazioni per portare avanti il progetto di via Longo.
L’appello è chiaro: «Trovare una soluzione con urgenza – dice il Sicet -, perchè si rischia che molta gente andrà a dormire sotto ai ponti e rilanciare le politiche di edilizia residenziale pubblica».